Il nuovo bon ton prossimo venturo per il maschio che brucia nel fuoco della vanità passa per Pitti. E basta non farsi ingannare dai tipi strani che si incrociano in Fiera, vestiti per farsi guardare secondo un impossibile manuale del moderno fashion slave, per scoprire che il linguaggio dell’eleganza maschile, anche quello classico, è cambiato per sempre.
Definitivamente approvato lo scambio e l’intreccio tra classico e sportswear. Un abito non ha più bisogno di una scarpa stringata di pelle, ma si accontenta anche di una sneaker. Il parka vale un cappottino di cachemire, come un bomber, o una giacca di pelle.
«E’ vero: ormai dopo anni di avvicinamento i due mondi, classico e sportivo si sono compensati e fusi», spiega Eleonora Attolico di Adelfia, startupper di www.grandtourshopping.com, che portando i turisti a caccia delle eccellenze italiane, ha una visuale privilegiata su cosa gli uomini cercano da appendere nei loro guardaroba: «Cercano abiti comodi e ben tagliati, non troppo modaioli, con giacche abbastanza corte ma non strizzate, camice ben tagliate e cravatte di ottima seta italiana che rispetto a quelle francesi costano anche la metà». Torna di moda il velluto a coste larghe nei colori un po’ «nature» come fango cachi, avion. Stravaganze bandite a meno che non si sfili su una passerella. La cravatta? L’avevano data per spacciata e invece è ancora li, pronta ad essere regalata. E gli uomini possono indossarla o solo portarla in tasca o come pochette nel taschino.
Gli smoking sono di velluto o di tessuti stretch, e la giacca del tuxedo può essere portata anche da sola sopra i jeans.
Unisex? Sì ma con prudenza. Genderless? No grazie. Lo stile adatto a donne androgine, uomini femminili, transgender che lo stilista ventiseienne Shayne Oliver (marchio Hood by air), special guest di Pitti, farà sfilare domani in passerella a Firenze, rimane un fenomeno di nicchia. «Fin dal loro primo evento a cui ho partecipato, due anni fa, sono rimasto colpito dal processo creativo sviluppato dal team di Hba - dice Lapo Cianchi, direttore comunicazione ed eventi di Pitti Immagine - e dal modo unico di fare di ogni collezione, peraltro curatissima in ogni dettaglio stilistico, un forte statement sui concetti di genere, classe sociale, potere e bellezza». Più arte che moda. Il guardaroba del gentleman del futuro? Chissà.